A.P.E NUOVO REGALO ALLE BANCHE PRESTITI E COMODE RATE PER ANDARE IN PENSIONE

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Pensione Anticipata con APE? Ecco di quanto verrà ridotta la pensione “ANTICIPO PENSIONISTICO”

IL Governo Renzi è instancabile,dopo il bail in e tutti i faccendieri Banca Etruria arriva A.P.E .

In breve il pensionato chiede un prestito e va in pensione prima ,assicurazioni e banche saranno per l’ennesima volta protagonisti.

L’associazione D.E.C.I.BA www.deciba.it

“un nuovo regalo alle banche”

Queste le condizioni della norma

Il traguardo della pensione anticipata per alcune categorie di lavoratori non è più un miraggio grazie all’APE (Anticipo pensionistico), lo strumento introdotto per rendere più flessibili le uscite dal mondo del lavoro per chi ha più di 63 anni.

Tuttavia i lavoratori che decideranno di optare per la pensione anticipata con l’APE si prospetterà un taglio tra l’1 e il 3% l’anno, con la possibilità di arrivare persino a quota 4% per gli assegni pensionistici più elevati.

Ad aver ufficializzato i tagli sui trattamenti previdenziali con l’avvio dell’APE è stato lo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale, settimana scorsa, ha di fatto confermato che la riduzione della pensione varierà sulla base del numero di anni dell’anticipo oltre che dell’entità dell’assegno percepibile al momento del raggiungimento della soglia di vecchiaia.

Circa il meccanismo, ha chiarito il Premier: “Deve prevedere che per andare in pensione devi essere disposto a rinunciare a una piccola percentuale l’anno, che vada dall’1% al 3%. Solo per quelli che son messi male, hanno pensione bassa e hanno 65 anni puoi togliere l’1%, per gli altri puoi magari arrivare al 4%”.

Prendendo in considerazione le più recenti ipotesi valutate dai tecnici, il taglio per ciascun anno di anticipo rispetto al requisito di vecchiaia dovrebbe toccare in misura secca l’assegno, toccando trasversalmente la componete retributiva e quella contributiva.

Rimangono, però, ancora diversi nodi da sciogliere, in particolare quello che riguarda il percorso per i rimborsi della pensione anticipata da restituire a rate. L’ammortamento, infatti, potrebbe essere ricompreso tra i 10 e i 20 anni con diverse fasi di durata a seconda dell’entità dell’assegno percepito per gli anni di anticipo.

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A beneficiare della misura dovrebbero essere, in via permanente, gli over 63. Inizialmente, durante la 1° fase (si presume dal 2017), si dovrebbe partire con i lavoratori nati nel ’51, ’52 e ’53; per poi, nella fase successiva, arrivare a interessare i nati nel triennio successivo (’54, ’55, ’56).

Renzi ha affermato che “Il principio che ha portato ad aumentare l’età pensionabile non è sbagliato, ma il modo in cui è stato fatto ha portato una fascia di pensionati, nati tra il 1951 e il ’55 ad aspettare i 66 anni”, dietro una penalizzazione rilevante rispetto a chi è nato soltanto un anno prima.

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Circa l’avvio dell’intervento, Renzi ha dichiarato che la riforma sulle pensioni sarà integrata nella legge di Stabilità per il 2017, tuttavia non ha escluso del tutto la possibilità di fare scattare la misura già da quest’anno.

Per quanto, invece, riguarda la copertura finanziaria dell’intervento verrà assicurata per la maggior parte da banche e assicurazioni che erogheranno, attraverso l’INPS, le porzioni di pensioni anticipate per effetto del “prestito”. Quest’ultimo verrà, poi, reso a rate dallo stesso pensionato con un percorso pluriennale a partire dal momento in cui raggiungerà il requisito di vecchiaia. Gli interessi che si dovranno garantire alle banche e alle assicurazioni saranno invece a carico dello Stato.

Per la copertura dell’intervento non sarà necessario reperire risorse provenienti da un eventuale contributo di solidarietà delle pensioni con importi elevati, come previsto, ad esempio, dal pacchetto di ipotesi avanzato dal Presidente dell’INPS, Tito Boeri

Per quanto, infine, riguarda le situazioni di crisi o di ristrutturazione aziendale si potrebbe introdurre un contributo diretto da parte delle imprese; mentre per i lavoratori addetti a mansioni usuranti potrebbe essere previsto un meccanismo agevolato

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40 anni di contributi, lavori usuranti, 65 anni, gli acciacchi dell’età e la voglia di godersi finalmente una serena vecchiaia con famiglia e nipotini. Questa la storia di tantissimi lavoratori italiani, quando scocca l’ora della meritata pensione. Ma ahinoi, il Governo sembra sempre più concentrato a trasformare l’agognato assegno (frutto, lo ricordiamo, di decenni di versamenti contributivi) in una caccia al tesoro dal premio irraggiungibile.

Cosa si è inventata, infatti, questa distruttiva compagine al potere? Se volete andare in pensione, chiedete un prestito in banca. Magari Banca Etruria, specializzata in massacro di pensionati, così sarete proprio in una botte di ferro. Potrete restituirlo in vent’anni di comode rate, usando la vostra stessa pensione. E se dovesse poi succedere una disgrazia? Il debito finirà forse in eredità a figli e nipoti, ai quali dalle stesse banche verrà pignorata la casa che gli avete lasciato? Si sa, “i debiti si pagano”…

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Specialmente i debiti politici contratti con i poteri finanziari, viene da sospettare. Siamo infatti all’ennesimo favore alle banche erogato dalla maggioranza a spese dei cittadini più deboli, in particolare i pensionati che continuano a subire dai tempi della micidiale Fornero. Questa dinastia di geni del male si passa il testimone di governo in governo.

E i sindacati, presenti all’incontro con il governo in cui è stata annunciata questa genialata? Siamo sicuri che scenderanno in piazza travolti dall’indignazione, proprio come stanno facendo i colleghi francesi. Sì, siamo in una botte di ferro anche con loro.

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